LE 21 MADRI DELLA COSTITUZIONE

 Ma perché si parla sempre di padri della Costituzione e della Repubblica ?!
Ci sono, anche, le MADRI DELLA COSTITUZIONE E DELLA REPUBBLICA, donne di valore, coraggio e intelligenza che riuscirono a far capire agli uomini l'importanza di inserire le donne nei processi democratici, come elemento fondamentale di sviluppo per un popolo.




PREMESSA

IL DIRITTO DI VOTO PER LE DONNE, AVVALLATO CON IL DECRETO LUOGO-TENENZIALE DEL 1 FEBBRAIO 1945, era composto da quattro articoli:

Art. 1- il diritto di voto è esteso alle donne che si trovino nelle condizioni previste dagli articoli 1 e 2 del testo unico della legge elettorale politica, approvato con regio decreto 2 settembre 1919, n. 1495:

Art. 2 - è ordinata la compilazione delle liste elettorali femminili in tutti i Comuni. Per la compilazione di tali liste, che saranno tenute distinte da quelle maschili, si applicano le disposizioni del decreto legislativo luogotenenziale 28 settembre 1944 n. 247, le relative norme di attuazione approvate con decreto del Ministro per l’Interno in data 24 ottobre 1944.

Art. 3 - oltre quanto stabilito dall’art. 2 del decreto del Ministro per l’Interno in data 24 ottobre 1944, non possono essere iscritte nelle liste elettorali le donne indicate nell’art. 354 del Regolamento per l’esecuzione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 6 maggio 1940, n. 635.

Art. 4 - Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta del Regno.

Dopo le prime consultazioni amministrative (parziali, perché per i consigli comunali e provinciali le elezioni si tennero in due tornate, nella primavera e nell’autunno del ‘46), alla votazione simultanea del 2 giugno 1946, per il Referendum istituzionale tra monarchia e repubblica e per le elezioni all’Assemblea costituente, LA PRESENZA DELLE ELETTRICI FU ALTISSIMA, con interessanti differenziazioni: Nord: 91,3% uomini e 90,3% donne; Centro: 89,7 % uomini e 88,0% donne; Sud 84,8% uomini e 86,2% donne; Sicilia: 84.8% uomini e 86,2% donne; Sardegna: 84,4% uomini e 87,3% donne.

AL SUD E NELLE ISOLE L’ELETTORATO FEMMINILE FU PIÙ NUMEROSO DI QUELLO MASCHILE.
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Le nostre MADRI COSTITUENTI sono le 21 donne elette il 2 giugno 1946 ( 21 su 556 componenti l'Assemblea Costituente cioè il 3,78%):

La prima donna della Consulta a parlare in un’assemblea democratica fu Angela Guidi Cingolani che condivideva con altre elette trascorsi di prigione e di confino. Tutte le Madri lottarono e furono attente alle speranze delle italiane, per non deludere le migliaia di donne partigiane, staffette, donne antifasciste che in mille modi avevano contribuito alla Liberazione.
Il primo successo delle Madri della Consulta fu quello di ottenere che il premio della Repubblica, di £ 3000, fosse esteso anche alle vedove di guerra e alle mogli dei prigionieri.

Tra le Madri Costituenti, nove erano comuniste, tra cui cinque dell’UDI (Adele Bej, Nadia Gallico Spano, Nilde Jotti, Teresa Mattei, Angiola Minella, Rita Montagnana, Teresa Noce, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi )
Nove democratiche cristiane (Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Filomena Delli Castelli, Maria De Unterrichter Jervolino, Maria Federici, Angela Gotelli, Angela Guidi Cingolani, Maria Nicotra, Vittoria Titomanlio).
Due socialiste ( Angelina Merlin e Bianca Bianchi) e una della lista ”Uomo Qualunque” (Ottavia Penna Buscemi).

Tutte le Madri, con il loro impegno e le loro capacità, segnarono l'ingresso delle donne nel più alto livello delle istituzioni rappresentative.
Quattordici sono laureate e molte insegnanti, qualche giornalista-pubblicista, una sindacalista e una casalinga; 14 sono sposate e con figli. Molte avevano preso parte alla Resistenza, pagando spesso personalmente e a caro prezzo le loro scelte, come Adele Bei (condannata nel 1934 dal Tribunale speciale a 18 anni di carcere per attività antifascista), Teresa Noce (detta Estella, che dopo aver scontato un anno e mezzo di carcere, perché antifascista, fu deportata in un campo di concentramento nazista in Germania dove rimase fino alla fine della guerra) e Rita Montagnana (che aveva passato la maggior parte della sua vita in esilio).

Cinque delle ventuno Madri Costituenti, Maria Federici, Nilde Iotti e Teresa Noce del Pci, Angelina Merlin (Psi) e Angela Gotelli (Dc), entrarono a far parte della “Commissione dei 75”, quella commissione incaricata dall’Assemblea Costituente di formulare la proposta di Costituzione da dibattere e approvare in aula.

Adele Bei Ciufoli (1904-1974),
comunista dal’25, dovette espatriare in Francia. Durante uno dei viaggi clandestini in Italia, per attivare collegamenti tra antifascisti, è arrestata e condannata dal Tribunale Speciale a diciotto anni di reclusione. Sconta sette anni e mezzo più due e mezzo di confino; fu liberata nell'agosto del’. Dopo l'8 settembre partecipa alla lotta di Liberazione a Roma, con il compito di organizzare le masse femminili. E’ stata l'unica donna a far parte della Consulta nazionale. Da Madre Costituente lavorò nella Terza commissione per l'esame dei disegni di legge. Fu eletta fino al ‘63.

Bianca Bianchi (1914-2000)

Bianca Bianchi

socialista toscana, partigiana, insegnante (laurea in pedagogia), eletta a 32 anni. E’ stata membro della Commissione dei 75 e, negli anni '60, vice-sindaco di Firenze.

Laura Bianchini (1903-1983),
laurea in filosofia, insegnante e giornalista pubblicista. Partigiana delle formazioni cattoliche dove coordinò la stampa clandestina. Fu eletta nelle file dei cristiano sociali di Giuseppe Dossetti. Fece parte della Commissione Istruzione e Belle arti.

Elisabetta ( Elsa) Conci (1895-1965)

Elsa Conci

Figlia di un avvocato, deputato alla Dieta di Innsbruck e al Parlamento di Vienna, studiò filosofia all'Università di Vienna, poi si spostò all'Università di Roma, dove fece parte della Federazione Universitaria Cattolica Italiana e dove si laureò in lettere. Fu anche attiva nell'Azione cattolica. Eletta alla Costituente, fu una dei componenti della Commissione dei 18, che aveva il compito di coordinare gli Statuti speciali con la Costituzione.

Filomena Delli Castelli (1916)
Dopo la laurea in Lettere conseguita presso l'Università Cattolica di Milano, è stata insegnante nelle scuole medie e ha iniziato la politica attiva dopo la Liberazione nel gruppo di giovani abruzzesi formatosi attorno alla neonata Democrazia Cristiana.E’ stata rieletta alla Camera dei Deputati nel’48 e nel’53.

Maria Federici Agamben,
laureata in lettere e insegnante, dopo l'8 settembre fece parte delle Resistenza romana. Fece parte della Commissione dei 75; in particolare lavorò nella terza sottocommissione, relativa ai diritti e doveri economico-sociali. Si è a lungo occupata dei problemi dell'emigrazione ed è stata delegata nazionale delle ACLI e presidente del Centro italiano femminile (CIF).

Angiola Minella (1920-1988)
Laurea in lettere e insegnante. Durante la guerra è stata infermiera. Ha partecipato alla lotta clandestina, prima a contatto dei gruppi badogliani del Piemonte e poi delle formazioni garibaldine della zona di Savona. È stata eletta Madre Costituente nel collegio elettorale di Genova con 27.394 preferenze.

Maria Fiorini Nicotra (1913-2007)
Nata a Catania e appartenente a una famiglia aristocratica, svolse il suo impegno con grande passione civile nella Croce Rossa e come dirigente nazionale dell’Azione cattolica.

Nadia Gallico Spano (1916-2006)
Nata in Tunisia in una famiglia d’emigrati nel 1938, aderì al Partito comunista con i fratelli Loris, Ruggero e Diana. Militante nella Resistenza durante l'occupazione tedesca della Francia, fu condannata per la sua attività politica dal regime collaborazionista di Petain. Si sottrasse alla cattura e riuscì a raggiungere fortunosamente l’Italia liberata, dove fu una delle protagoniste del processo di rifondazione dello Stato e della nascita della Repubblica. E’ stata parlamentare fino al’58. Ha partecipato alla fondazione dell’UDI e del settimanale Noi Donne, che ha diretto sino al ‘45. Ha presieduto anche l’Unione Donne Sarde. Si è impegnata sui problemi di politica internazionale, del Mezzogiorno e della questione femminile; è stata attiva nella presidenza dell’ANPPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti).

Angela Gotelli

Angela Gottelli

Fece parte della "Commissione dei 75". Qui, le donne avevano ottenuto una rappresentanza maggiore rispetto alla loro consistenza numerica parlamentare, circa il 7%.
Il lavoro delle nostre Madri costituenti ha avuto sicuramente, tanto nella Commissione che in aula, un peso maggiore di quanto le percentuali indicassero.
Rispetto agli uomini, rappresentavano non solo le istanze del partito nelle cui liste erano state elette, ma anche le "istanze femminili" che si presentavano decisamente “trasversali” e portavano ad un radicale mutamento “giuridico” della condizione femminile in Italia.

Angela Maria Guidi Cingolani

Angela Maria Guidi Cingolani

romana, laurea in lingue e letterature slave, eletta a 48 anni nelle file della DC. Aderisce al Movimento Nazionale pro suffragio femminile, fonda nel’ 21 il Comitato nazionale per il lavoro e la cooperazione femminile. Incarichi ministeriali la portano a occuparsi, giovanissima, di piccole industrie e artigianato e nel ‘25 entra, come vincitrice di concorso, all’Ispettorato del lavoro. Dopo qualche anno è tra le fondatrici dell’Associazione nazionale delle professioniste ed artiste. Sarà nominata nel’51, per la sua ventennale esperienza, da De Gasperi sottosegretaria per l’artigianato e sarà la prima donna a ricoprire la carica di sottosegretaria in un ministero. Si batterà contro i pregiudizi sulle donne e la volgarità che è presente anche in Parlamento.

Nilde Jotti

Nilde Iotti

emiliana, laurea in lettere, eletta a 26 anni nelle liste del Pci. Rimarrà in parlamento ininterrottamente per 53 anni diventando anche presidente della Camera. Prima dell’elezione fa l’insegnante, la partigiana e fa parte dei Gruppi di Difesa della Donna e sostiene le lotte in difesa di salario, vitto e istruzione delle donne e gli scioperi delle mondine. Dopo la Liberazione è segretaria dell’UDI di Reggio Emilia, poi consigliera comunale e candidata indipendente nelle liste del PCI alle elezioni del’46.
Fa parte della Commissione dei 75.

Teresa Mattei

Teresa Mattei

genovese insegnante (laurea in filosofia), eletta a 25 anni nelle liste del Pci. E’ la più giovane di tutti i Costituenti. E’ stata staffetta partigiana col nome di Chicchi. Catturata dalle SS viene picchiata e violentata da 5 Tedeschi ma riesce a liberarsi e a raggiungere Roma. E’ tra le fondatrici dei Gruppi di Difesa della Donna e del Fronte della Gioventù.

Angelina (Lina) Merlin (1887-1979)

Lina Merlin

Visse a Chioggia per tutta l'infanzia e la giovinezza, poi conseguita la maturità magistrale si trasferisce a Grenoble dove approfondisce le sue conoscenze di lingua e letteratura francese, materia in cui conseguirà successivamente la laurea.Si iscrive al Partito Socialista Italiano, iniziando a collaborare al periodico "La difesa delle lavoratrici", di cui in seguito assumerà la direzione. Collabora con Giacomo Matteotti a cui riferisce nei dettagli le violenze perpetrate dalle squadre fasciste nel padovano. Dopo l'assassinio di Matteotti, in meno di ventiquattro mesi viene arrestata cinque volte. Inoltre nel 1926 viene licenziata dal suo impiego di insegnante perché si rifiuta di prestare il giuramento di fedeltà al regime, obbligatorio per gli impiegati pubblici.
In seguito alla scoperta del complotto per attentare alla vita di Mussolini, suo nome viene iscritto nell'elenco dei "sovversivi" affisso nelle strade di Padova. Lina quindi si trasferisce a Milano dove collabora con Turati, ma viene arrestata e condannata a cinque anni di confino in Sardegna a Dorgali (NU) dove viene colpita dalla povertà e dall'arretratezza della regione. Anche in quel luogo riesce a conquistarsi il rispetto e la fiducia degli abitanti e soprattutto delle donne, ad alcune delle quali insegnerà a leggere e a scrivere.
Rimasta vedova a 49 anni, prende parte attivamente alla Resistenza e insieme a Giovanna Barcellona, Giulietta Fibbi, Laura Conti, Elena Drehr, Ada Gobetti e Rina Picolato costituisce i "Gruppi di difesa della Donna e per l'Assistenza ai Volontari della Libertà". Da una stima effettuata a guerra finita, nei GDD costituitisi in tutta Italia si contavano circa 59.000 donne. Da questa organizzazione nascerà l'Unione Donne Italiane. In questo periodo Lina prende parte ad azioni di guerra partigiana, rischiando più volte la vita. Catturata dai nazisti, riesce a sfuggire con uno stratagemma. Scrive articoli sul periodico socialista clandestino Avanti!, e nella sua casa di Milano si organizza l'insurrezione. Lei riceverà l'incarico di occuparsi del settore scolastico, insieme ai partigiani della Brigata Rosselli occuperà il Provveditorato agli Studi di Milano, imponendo la Viene nominata Commissario per l'Istruzione di tutta la Lombardia.
Dopo la Liberazione Lina si trasferisce a Roma alla direzione nazionale del PSI e viene eletta alla Assemblea Costituente. I suoi interventi nel dibattito costituzionale, quale membro della "Commissione dei 75", risulteranno determinanti per la tutela dei diritti delle donne, e lasceranno un segno indelebile nella Carta Costituzionale.
A lei si devono infatti le parole dell'articolo 3: "TUTTI I CITTADINI... SONO UGUALI DAVANTI ALLA LEGGE, SENZA DISTINZIONI DI SESSO", con le quali veniva posta la base giuridica per il raggiungimento della piena parità di diritti tra uomo e donna, che fu sempre l'obiettivo principale della sua attività politica.
Fece anche opera di mediazione tra opinioni contrapposte per la stesura dell'articolo 40, concernente il diritto di sciopero, proponendo una formulazione analoga a quella presente nel preambolo della Costituzione della IV repubblica francese.
Candidata dal PSI nel collegio di Rovigo, viene eletta al Senato della Repubblica il 18 aprile del 1948. È l'unica donna a far parte del Senato nella prima legislatura repubblicana e fin dai primi giorni della sua attività parlamentare dedica tutti i suoi sforzi al miglioramento della condizione femminile in Italia. Uno dei punti cardine dell'opera politica di Lina Merlin è stata la battaglia per abolire la prostituzione legalizzata in Italia, seguendo l'esempio dell'attivista francese (ed ex prostituta) Marthe Richard, che già nel 1946 aveva fatto chiudere le case di tolleranza in Francia.
Il suo nome è legato alla legge n. 75 entrata in vigore il 20 settembre 1958 - conosciuta come Legge Merlin - con cui venne abolita la prostituzione legalizzata in Italia. Nella sua battaglia, Merlin seppe mostrare tutta la sua tenacia e - in virtù del rispetto e dell'autorevolezza di cui godeva - seppe ribattere in maniera efficace e tagliente alle pesanti battute, che le venivano spesso rivolte dai colleghi.

Rita Montagnana Togliatti

Rita Montagnana Togliatti

Di famiglia ebraica, sarta di professione, si dedicò fin da giovanissima all’attività politica, diventando dirigente provinciale e regionale del movimento giovanile socialista. Nel 1921 aderì al Partito Comunista sin dalla sua fondazione, e fu delegata al III Congresso dell'Internazionale comunista a Mosca.
Nel ‘24 sposò Palmiro Togliatti e fu costretta alla clandestinità. Seguendo il marito, svolse mansioni di fiducia presso la segreteria del Partito Comunista, espatriando in Unione Sovietica e alternando lunghe presenze in Francia e Svizzera. Fu in Spagna nel corso della guerra civile spagnola. Rientrò in Italia nel maggio 1944, e dopo la liberazione di Roma fu dirigente della sezione femminile del PCI e fondatrice dell'Unione Donne Italiane (UDI).
Eletta all'Assemblea costituente nel XIII collegio (Bologna-Ferrara-Forlì-Ravenna), prima fra gli eletti del PCI, con 68.722 voti di preferenza. Successivamente divenne senatrice nella I legislatura, eletta in Emilia-Romagna nel collegio di Imola.

Ottavia Penna baronessa Buscemi,

Ottavia Penna baronessa Buscemi

siciliana, eletta nella lista dell' “Uomo Qualunque”. E’ candidata dal suo partito alla poltrona di Presidente della Repubblica in competizione con Enrico De Nicola dove ottiene 32 voti contro i 396 di De Nicola.

Elettra Pollastrini
Fece parte della Resistenza romana. Fu arrestata assieme a Lina Trozzi, Vera Michelion. Condannata, fu deportata nel carcere duro in Austria assieme alle due compagne.

Teresa (Estella) Noce Longo (1900-1980)

Teresa Noce

Nata a Torino, da famiglia operaia e costretta ad abbandonare molto presto la scuola, continuò a istruirsi da autodidatta, svolgendo vari mestieri. Nel ‘21 fu fra le fondatrici del Pci; nell'ambiente politico torinese conobbe Luigi Longo, studente di ingegneria che ricopriva già incarichi di responsabilità politica. Si sposeranno nel 1926 e avranno tre figli. Nel gennaio ‘26 i due espatriano, stabilendosi prima a Mosca e poi a Parigi. Da qui Teresa Noce compì numerosi viaggi clandestini in Italia per svolgervi propaganda e attività antifascista. Nei primi anni trenta, fece ritorno a Mosca con Longo e, quindi, nuovamente a Parigi, dove partecipò alla fondazione del giornale “Noi donne”. Nel ‘36, insieme con il marito si recò in Spagna tra i volontari accorsi in difesa della Repubblica dopo lo scoppio della guerra civile spagnola nel corso della quale curò la redazione del giornale degli italiani combattenti nelle Brigate internazionali, Il volontario della libertà. Lì assunse il nome di battaglia di Estella. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale venne internata in Francia, liberata poi per intervento delle autorità sovietiche. A Marsiglia lavorò poi per il Partito comunista francese come responsabile della MOI (Mano d’opera immigrata) e partecipò alla Resistenza nel gruppo dei Francs-tireurs-et-partisans. Nel ‘43 venne arrestata e, dopo alcuni mesi di carcerazione, fu deportata in Germania poi in Cecoslovacchia, dove svolse “lavoro forzato” in una fabbrica di munizioni fino alla liberazione del campo da parte dell'esercito sovietico. Fu una delle cinque Madri Costituenti della Commissione dei 75, presieduta da Meuccio Ruini. Fu segretaria nazionale della FIOT, il sindacato delle operaie tessili e nel’48 fu eletta nella prima legislatura del parlamento repubblicano, nel quale si distinse come proponente della legge 26 agosto 1950 n. 860 per la "TUTELA FISICA ED ECONOMICA DELLE LAVORATRICI MADRI" che, sostituendo la precedente normativa in materia del 1934, costituì la base della legislazione sul lavoro femminile fino alle leggi degli anni settanta sulla parità tra donne e uomini.

Maria Lisa (Marisa) Cinciari Rodano (1921)

Maria Rodano

Nata a Roma, ha studiato al Liceo Visconti e alla facoltà di lettere. Ha partecipato alla cospirazione antifascista nei licei e nell'Università di Roma. Arrestata nel maggio ‘43 per attività contro il fascismo e detenuta nel carcere delle Mantellate, ha partecipato alla Resistenza a Roma nelle file del Movimento dei Cattolici Comunisti e nell'attività dei Gruppi di difesa della donna (GDD).
Nel settembre ‘44, dopo la liberazione della Capitale, è stata tra le fondatrici dell'UDI (Unione Donne Italiane) di cui è stata dirigente con vari incarichi; componente del Comitato nazionale dell’UDI dalla fondazione fino al 1970. È stata Presidente nazionale dell'UDI dal 1956 al 1960.
È stata Consigliera comunale di Roma dal 1946 al 1956. Deputata dal 1948 al 1968, senatrice fino al ‘72. È stata la prima donna nella storia italiana a venir eletta alla carica di vice presidente della Camera dei Deputati, carica che ha ricoperto dal 1963 al 1968. Parlamentare europea dal 1979 al 1989. Componente della Commissione ad hoc sulla condizione della donne del Parlamento Europeo (1979-1981), Presidente e relatrice generale della Commissione d'inchiesta del Parlamento Europeo sulla "Situazione della donna in Europa" (1981-1984), Vice-presidente della Commissione dei diritti delle donne del Parlamento Europeo (1984-1989). Oltre alla relazione sulla situazione della donna in Europa, ha presentato al Parlamento Europeo relazioni sulle famiglie monoparentali, sulla parità previdenziale, sulla parità nell'acquisizione della cittadinanza ecc. È stata rappresentante del Parlamento Europeo alla Conferenza del decennio della donna dell'ONU a Nairobi (1985).Ha fatto parte della delegazione italiana alla Conferenza mondiale della donna dell’ONU a Pechino (1995) e alla Commissione per lo Status della donna dell’ONU a New York nel 1996, 1997, 1998, 1999, 2000. Ha fatto parte della Commissione nazionale di parità presso la Presidenza del Consiglio dove ha seguito, tra l’altro, le tematiche connesse con la dimensione di genere nella cooperazione allo sviluppo. È stata tra le promotrici del "Caucus" delle donne italiane. Si è sposata nel 1944 con Franco Rodano, è vedova e ha cinque figli.

Maddalena Rossi Semproni(1906-1995)

Maddalena Rossi

Laureata in chimica lavorò a Milano in uno stabilimento chimico. Assieme al marito, anche lui chimico,si iscrisse al PCI clandestino dove iniziò un’attiva militanza, sia nell’opera di Soccorso Rosso Internazionale, sia nel reperimento di fondi per la lotta antifascista. Scoperta dalla polizia del regime, nel’42 venne arrestata a Bergamo, processata e condannata al confino a Sant’Angelo in Vado fino al 25 Luglio 1943.
Rientrata a Milano subito dopo la caduta del Fascismo, entrò a far parte della redazione clandestina de L’Unità. Divenne Madre Costituente per il PCI e fu eletta deputata nella I, II e III legislatura; tra le parlamentari donne si distinse per le sue battaglie a favore della parità tra i sessi al fine di promuovere la nascita di una moderna famiglia democratica.Presidente dell’Unione Donne Italiane dal 1947 al 1956, mise al primo posto del programma dell’associazione il tema della difesa della pace. Ricoprì inoltre varie cariche all’interno della Federazione Democratica Internazionale Femminile fino a divenirne vice-presidente per circa un decennio (dal 1957 al 1967), impegnandosi affinché tutte le associazioni femminili italiane intensificassero i loro rapporti internazionali. tutta la sua vita .

Vittoria Titomanlio (1899-19889)

Vittoria Titomanlio

Nata a Barletta,maestra elementare e membro dell'Azione cattolica, fu eletta Madre Costituente nel collegio elettorale di Napoli per la Democrazia cristiana. Rimase in parlamento fino al 1968. Salì alla ribalta delle cronache nel luglio del 1950 per aver protestato al ristorante, insieme ai colleghi di partito Oscar Luigi Scalfaro e Umberto Sampietro contro una signora che cenava con le spalle nude: l'episodio fu quindi oggetto di un acceso dibattito alla camera, in quanto la signora presentò querela per le offese ricevute in quella occasione, e fu anche oggetto di un'interrogazione parlamentare.
Pubblicato da Voce Donna.