Il manifesto

MANIFESTO
della RETE NAZIONALE DELLE DONNE
per la RIVOLUZIONE GENTILE
La Rete nazionale delle donne per la rivoluzione gentile  trae origine dall’esperienza della Rete delle donne pugliesi per Nichi Presidente: movimento che da Foggia si è esteso, poi, a Lecce e in tutta la regione Puglia per rivendicare il proprio diritto a scegliere il candidato presidente.
Noi della rete nazionale ci siamo riconosciute nella loro decisione di contrastare l’arroganza delle gerarchie dei partiti, persuase dalla necessità di ricorrere alle primarie per scegliere il candidato di  centrosinistra.
Abbiamo aperto una riflessione approfondita su quanto di prezioso proveniva da una pratica politica generosa, partecipativa, attenta e critica con se stessa. Una politica ardita nelle scelte importanti: salvaguardare i beni comuni (acqua, aria, territorio, lavoro), favorire lo sviluppo delle città vitali  (città intessute di relazioni, fondate sul rapporto con il proprio ambiente e sulla storia partecipata), puntare sulla energia e la creatività delle donne, rivolgersi alle giovani e ai giovani.
Abbiamo avvertito l’entusiasmo di un linguaggio politico nuovo e abbiamo scoperto, da donne, che questo linguaggio ci appartiene, investe la vita vissuta, il quotidiano dei rapporti, il legame forte con i sentimenti. Esprime il rispetto dell’alterità e di ogni differenza.
Abbiamo riflettuto sulla presenza attiva e innovativa delle donne nella Giunta della Regione Puglia e su quanto sapere femminile sia stato investito.
 L’esperienza pugliese diventa praticabilità di un sogno


Da donne vogliamo incidere profondamente con la nostra politica e con il nostro sentire, vogliamo recuperare esperienze concrete, buone pratiche di tanti territori e regioni, valorizzarne i contesti in una reciproca contaminazione.
Ci siamo incontrate e abbiamo deciso di lavorare insieme affinché il nostro Paese possa ispirarsi all’esperienza e all’autorevolezza che deriva dal sapere delle donne. Il nostro desiderio si concretizza in un modo di partecipare fatto di intrecci e di esperienze comuni che ci vede protagoniste.
Possiamo osare, crescere intorno a una visione nuova.

Questi i nodi su cui ci stiamo confrontando


  • L’incompiuta democrazia del nostro Paese che si priva di fatto di competenze ed esperienze delle donne nella vita pubblica, con conseguente grave danno per l’intero sistema sociale, politico ed economico.
  • La crisi del lavoro rivelatrice di un disagio profondo che investe il sistema stesso del lavoro concepito esclusivamente su ritmi produttivi ed economici. Le donne, più degli uomini, avvertono l’esigenza e il desiderio di un’organizzazione del lavoro circolare, collaborativa, conciliabile con i ritmi di vita propri di un’esistenza pienamente vissuta nei suoi molteplici aspetti (Benessere Interno Lordo).
  • La devastazione della madre terra a opera di politiche messe in atto da una classe dirigente quasi del tutto priva della sensibilità e dell’esperienza femminile.
  • La recrudescenza della violenza sulle donne generata dalla mercificazione del corpo femminile e da un linguaggio sessista che sostiene l’idea della sopraffazione e del potere come base di ogni relazione.
  • Un gravissimo arretramento culturale che si evidenzia particolarmente nella scuola e nell’università ma che si ripercuote su tutta la filiera educativa e valoriale. Questo provoca nelle giovani generazioni nuove forme di violenza, razzismo e intolleranza finalizzate alla falsa affermazione del sé.
  • La diffusione di pratiche clientelari e di corruzione che mortifica soprattutto le potenzialità femminili puntando sul concetto di potere che genera potere.

 Il nostro confronto è una fucina di idee generatrici di cambiamento.

Dobbiamo imprimere energia e pensiero ad una politica sorda ad ogni innovazione ed essere portatrici di legalità, giustizia e laicità.
La politica deve nutrirsi di desideri, alimentarsi con l’azione, vivere nelle relazioni, produrre benessere.
La nostra rivoluzione gentile, che raccoglie l’eredità del movimento delle donne, è una rivoluzione culturale, capillare che vuole coinvolgere tutti gli aspetti della politica, dell’economia, del vivere sociale, rendere  noi donne protagoniste e porre al centro la nostra capacità di pensare al femminile.
Noi donne sentiamo l’obbligo di accompagnare la società verso un futuro diverso.
Le esperienze e le competenze di cui disponiamo, insieme ai nostri specifici talenti, costituiscono un patrimonio di cui la nostra società non può più privarsi se si vogliono disegnare provvedimenti di buon futuro attraverso adeguate politiche economiche, monetarie e sociali.
Riteniamo che la nostra presenza e la nostra partecipazione attiva potranno restituire tutto quanto fino a oggi è mancato alla cultura politica del Paese.
È necessario che in Parlamento ed al Governo vi sia una presenza di elette e ministre in proporzione numerica tale da rappresentare visibilmente la popolazione femminile italiana.
A tal fine è indispensabile utilizzare le primarie per la scelta delle/dei candidate/i a tutti i livelli politici e amministrativi, centrali e periferici.
Tutto questo però non è ancora sufficiente. L’esperienza ci insegna che per favorire cambiamenti duraturi è necessario approvare leggi che riqualifichino le regole del vivere sociale.

Noi donne della rete consideriamo prioritarie leggi che sanciscano

  • la presenza significativa e determinante delle donne a tutti i livelli, sia nel settore pubblico che in quello privato;
  • una nuova organizzazione del lavoro che privilegi la qualità dei tempi della vita, restituendo  spazi ed energie che possano meglio conciliare i desideri e i bisogni di tutte/i liberandole/i dal dominio della necessità.

Prioritarie perché presupposti imprescindibili per una nostra reale partecipazione al completamento del percorso democratico, laico e libertario del nostro Paese e dell’intera Europa.



Questo è il senso più autentico e profondo di quello che la Rete delle donne chiama