lunedì 23 febbraio 2015

IL TRONO SCAMBIATO COL DIVANO: come gli italiani stanno diventando sudditi


Svegliamoci, riprendiamo nelle nostre mani la responsabilità della sovranità: sempre cercano di sottrarcela, se non la difendiamo alla fine ci riusciranno
Mentre le note di Sanremo tenevano gli italiani appiccicati alla TV, tra gli scranni della Camera i rappresentanti dei cittadini sottraevano il trono al popolo sovrano e lo consegnavano al Presidente del Consiglio. E' già quasi un anno che gli elettori non votano più per le Province: ora, nella notte del 13 febbraio, la martellante voce dell'altera Boldrini, scandendo l'apertura e la chiusura delle votazioni, ha cambiato i connotati del Senato e lo ha sottratto al voto popolare.

NON UNA RIFORMA MA UNA REVISIONE IL COLPETTO DI STATO INCOSTITUZIONALE


Il Capo dello Stato quando riceverà la riforma dovrebbe rifiutarsi di firmarla. La Corte Costituzionale dovrebbe abrogarla senza alcuna esitazione.
Finalmente leggo di un costituzionalista, giudice costituzionale emerito, Paolo Maddalena, che concorre con l'opinione che sostengo ormai da tempo (forse altri hanno espresso il medesimo concetto, mi scuso della mancata citazione dovuta alla mia ignoranza): quella che Renzi e sodali stanno completando non è una revisione costituzionale, è una riforma della Costituzione che né questo, né nessun Parlamento hanno il potere legittimo di realizzare.
Stiamo assistendo ad un abuso di potere da parte del governo e della maggioranza parlamentare.

domenica 22 febbraio 2015

La maggioranza deve garantire un contesto deliberativo in cui ci sia posto per tutti

Zagrebelsky: “Riforme, democrazia in pericolo” 22 febbraio 2015 
Andrea Giambartolomei Torino – 
I l potere accentrato nelle mani di una persona, con un parlamento indebolito e i cittadini senza rappresentanza. Sette giorni dopo la nottata... Continua »

giovedì 19 febbraio 2015

La guerra di Re Matteo


Bravissimi i Parlamentari del PD (di destra, di centro e della "sinistra tremula") e quelli dei suoi alleati. Hanno restaurato la monarchia in Italia affidando lo scettro «al nuovo Re: il bullo fiorentino».
Venerdì notte, la Camera dei Depu­tati — senza le oppo­si­zioni che ave­vano abban­do­nato l’aula — ha modi­fi­cato, nell’ambito della riforma della seconda parte della Costi­tu­zione, anche l’ex arti­colo 78, quello che norma le moda­lità della dichia­ra­zione dello «stato di guerra».
Ora basterà, con la modi­fica appro­vata, un voto della Camera dei Depu­tati (e non più, anche del Senato), con la mag­gio­ranza asso­luta dei com­po­nenti. Addi­rit­tura in una prima ver­sione, il governo aveva pre­vi­sto la mag­gio­ranza sem­plice, cioè dei pre­senti.

La "riforma" costituzionale


Il testo modifica decine di articoli della Costituzione di argomento non omogeneo contrariamente a quanto era stato raccomandato dalla speciale commissione voluta dal presidente Napolitano e dalla corretta interpretazione prevalente dell’articolo 138 Cost.
Se la ‘riforma’ entrasse in vigore:
il Senato verrebbe ridotto a cento membri; i senatori non sarebbero più eletti dai cittadini, ma scelti fra consiglieri regionali (74) o sindaci (21) con procedure che garantirebbero la presenza solo dei due o tre principali partiti. I nuovi senatori non darebbero la fiducia al governo (d’altronde assolutamente inutile con la nuova legge elettorale), ma interverrebbero nelle leggi costituzionali e nella elezione del Presidente della Repubblica, dei Giudici Cosrtituzionali, ecc… Per le altre leggi avrebbero di fatto solo il potere di esprimere pareri ininfluenti. I sentori godrebbero dell’immunità parlamentare.

Riforme sballate, lo statuto albertino era meglio


Un Senato di nominati, una legge elettorale al servizio di Berlusconi. Sbagliate anche le leggi economiche e quelle ambientali. Il popolo ha il dovere di resistere
L’ex giudice costituzionale Paolo Maddalena quando sente parlare delle riforme di Matteo Renzi a stento trattiene l’indignazione anche se sui fatti avvenuti in Parlamento non vuole esprimere giudizi: “Secondo me le cose devono andare secondo le regole. Non mi occupo di quanto avvenuto”.
Ma sul contenuto delle riforme del governo ha un’idea precisa?
Certo, a condizione che le guardiamo nel loro insieme, comprese quelle economiche. Io, ad esempio, sono rimasto sconcertato dallo “sblocca Italia”.
Perché?

L’AVV. BESOSTRI SULL’ITALICUM APPROVATO IN SENATO: “UN MECCANISMO MALATO E INCOSTITUZIONALE”

 | 17 febbraio 2015 | Legge Elettorale
«L’Avv. Felice C. Besostri è anche colui che, assieme ad altri colleghi, ha fatto mandare in “pensione” il Porcellum. A seguito dell’approvazione dell’Italicum al Senato, in seconda lettura, e sebbene il testo della nuova legge elettorale necessiti di un’approvazione finale da parte della Camera dei Deputati, in terza lettura, ho deciso di chiedere un’opinione intermedia all’Avv. Besostri.
Ringrazio l’Avvocato per aver risposto alle mie domande

martedì 17 febbraio 2015

Riforme, così si soffoca la democrazia. Lettera aperta ai cittadini che votano Pd


di Pancho Pardi
Cari cittadini che votate PD,

in questi giorni il partito in cui avete riposto le vostre speranze di un futuro migliore ha imposto nella discussione alla Camera sulla revisione costituzionale tempi ristretti come per un decreto legge: la Carta costituzionale trattata alla pari di un provvedimento di necessità e urgenza da liquidare alla svelta.

A questa obiezione i dirigenti del PD replicano in due modi. Sostengono in primo luogo: sono anni che se ne discute e ormai è l’ora di concludere. In realtà ha discusso solo, e male, il Parlamento, ma nel paese il tema è ignoto alla maggior parte dei cittadini, che non sono stati chiamati a ragionarne nemmeno dai loro stessi partiti. Voi stessi non siete mai stati convocati dal PD in assemblee cittadine; l’argomento è tabù per voi e appannaggio solo dei parlamentari. Se voi aveste voluto rovesciare le priorità e chiedere al PD di occuparsi prima di tutto della crisi economica e della mancanza di lavoro non avreste mai avuto la sede pubblica per farlo.

sabato 14 febbraio 2015

La palude renziana

  Norma Rangeri, 13.2.2015 Matteo Renzi © Lapresse/Reuters Alla scena rumo­rosa dei tumulti sui ban­chi di Mon­te­ci­to­rio da oggi se ne sosti­tuirà una silen­ziosa ma non per que­sto meno inde­co­rosa. Quella di un’aula par­la­men­tare mezza... Continua »

venerdì 13 febbraio 2015

Sono cambiate le priorità deve cambiare l’agenda PER FAVORE DATECI DUE ANNI DI TEMPO PRIMA DI CAMBIARE IL NOSTRO PATTO

Diretta a Presidente della Repubblica e a tutti i responsabili delle riforme istituzionali

Sono cambiate le priorità del nostro Paese. In una democrazia rappresentativa quando cambiano le priorità e le cose più urgenti da fare, o i governanti se ne accorgono e cambiano, o si cambiano i governanti.

Oggi le priorità sono le seguenti:

Vergogna!

13 febbraio 2015 -
Nadia Urbinati
Come possono i parlamentari democratici non essere consapevoli dell’uso dispotico che stanno facendo delle regole parlamentari, del dibattito sulla riforma di un bene di tutti come la Costituzione e infine del Parlamento? Provocare un Aventino ricorda un passato che pensavamo appartenesse alla memoria critica dei democratici. Quel che sta accadendo e’ una vergogna sic et simpliciter.
Se solo il partito di Berlusconi avesse osato tanto ci sarebbe stata una rivolta. E invece siamo qui ad assistere a un balletto ingiustificabile di discussioni su se, come, cosa dire e fare.
Il paradosso di questa maggioranza democratica e’ di imporre un ordine nondemocratico con l’esito di essere essa stessa un comitato al servizio di un capo.

mercoledì 11 febbraio 2015

Il paese dei balocchi


  10 febbraio 2015 –

 Sandra Bonsanti 

E’ vivo o morto il “patto del Nazareno”? Tirano venti di guerra fra Stati Uniti e Putin, la crisi per il lavoro che manca è sempre più dura e... Continua »