mercoledì 10 dicembre 2014

Riforme, il governo va sotto per emendamento su senatori a vita

Riforme, il governo va sotto per emendamento su senatori a vita
È tutto successo in commissione Affari costituzionali della Camera nella votazione di due emendamenti al ddl riforme che cancellano dal testo i cinque senatori di nomina del Capo dello Stato. A favore hanno votato Sel, M5S, Lega e anche una parte della minoranza Pd. "Vedremo se l’aula confermerà" dice il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi


La maggioranza va sotto in commissione Affari costituzionalialla Camera e la corsa per le riforme di Matteo Renzi trova un nuovo ostacolo. È stato approvato con 22 voti favorevoli, 20 contrari e nonostante il parere negativo del governo unemendamento, presentato dal deputato della minoranza PdGiuseppe Lauricella, secondo il quale il futuro Senato dei 100sarà composto esclusivamente da rappresentanti territoriali, senza senatori a vita di nomina presidenziale. Anche Sel e Forza Italiaavevano presentato emendamenti simili che sono stati accorpati. A decidere ora sarà il voto dell’Aula e nel caso in cui questo fosse approvato, si dovrebbe tornare a Palazzo Madama e ricominciare il percorso della riforma costituzionale. “Vedremo se sarà confermato”, ha commentato il ministro Maria Elena Boschi. “Secondo me in politica all’interno di un partito non si manda mai sotto il governo e il suo capogruppo”, ha invece detto il relatore PdEmanuele Fiano.
A favore hanno votato Sel, M5S, Lega e anche una parte della minoranza Pd. Sarebbe stato determinante il sì dell’esponente di Forza Italia Maurizio Bianconi, che si è espresso a favore dell’emendamento in dissenso dal gruppo. La modifica conferma il Senato dei 100, ma senza quelli del presidente della Repubblica. Assieme all’esponente azzurro, hanno votato diversi deputati Pd: Bindi, D’Attorre, Agostini, Lattuca, Meloni, Pollastrini, Cuperlo, Lauricella. Andrea Giorgis (Pd) si è astenuto mentre il presidente della commissione, Sisto, ha votato contro. “E’ il segnale”, ha detto il bersaniano Alfredo D’Attorre, “che sui punti che non sono centrali bisogna lasciare alla commissione lapossibilità di discutere e decidere, dato che stiamo rispettando tutti il principio di non toccare i pilastri”.
“Era un emendamento minimale, tecnico,non politico. L’abbiamo presentato per affermare un principio perché se il Senato deve rappresentare le istituzioni territoriali, i senatori di nomina presidenziale cosa c’entrano? Poiché la scelta del relatore e del governo di proseguire su questa linea non è stata argomentata, abbiamo deciso di andare al voto”, ha detto il deputato democratico Enzo Lattuca a ilfattoquotidiano.it. In precedenza la minoranza Pd aveva ritirato decine di emendamenti e su questo, alla fine, visto che in fondo è una norma poco significativa il deputato aveva “consigliato” al governo e al relatore di rimettersi all’Aula in modo che il voto non fosse poi letto in senso politico, come del resto sta avvenendo.
Esulta Matteo Salvini, segretario del Caroccio: “Col voto determinante della Lega, in commissione alla Camera è stata approvata l’abolizione dei senatori a vita. Bene! E se si dimettessero anche Monti e compagni, non sarebbe male”, ha scritto su Twitter. “La soppressione dei senatori a vita è non solo una buona notizia rispetto ad un istituto di per sé anacronistico, ma è anche il superamento di una situazione anomala nella quale, senza consenso popolare, figure che avrebbero dovuto essere super partes hanno – a volte – giocato un ruolo di parte, determinando la vita politica nazionale al di là delle scelte democratiche degli elettori”, ha dettoDaniele Capezzone, presidente della Commissione Finanze della Camera. “L’approvazione dell’emendamento Lauricella oggi in Commissione Affari Costituzionali è dunque un successo del collega Bianconi, e, con lui, degli altri 17 deputati di Forza Italia che avevano (avevamo) firmato analogo emendamento soppressivo”.
Ha collaborato Diego Pretini


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