Massimo Giannini:
"
.... Con il Porcellum muore un intero ceto politico, che per quasi
tremila giorni ha discusso a vanvera di riforme elettorali e
costituzionali, ha litigato a sproposito di modelli franco-tedeschi
e ispanoisraeliani, e non ha voluto né saputo rispondere alla domanda
di modernizzazione e di partecipazione che arrivava dai cittadini,
sempre più allontanati dal Palazzo ed esasperati dalla “casta”. Con il
Porcellum muore la Seconda Repubblica, falsamente incarnata dal
populismo berlusconiano e artificiosamente costruita sul bipolarismo
coatto che ne è derivato. Con un solo, sacrosanto tratto di penna, i
giudici della Corte riportano l'Italia dove merita: non al Mattarellum
né alla promettente illusione maggioritaria di Mario Segni dei primi
anni ’90, ma addirittura prima, cioè alla devastante stagione
proporzionalista e consociativa della Prima Repubblica.
Le
colpe di questa drammatica regressione politica sono tante, e tutte
note. Prendersela con la Consulta, o alzare il sopracciglio severo di
fronte ai contenuti della sentenza, è solo l'ultimo, estremo esercizio
di cattiva coscienza di una classe politica cinica e bara. La Corte ha
affondato la sua lama dov'era logico e giusto. Tutti, fin dal giorno
successivo al varo di quella scelleratissima legge firmata
dall'indecente Calderoli, sapevano che un dissennato premio di
maggioranza (per altro diversissimo tra Camera e Senato) e un forsennato
ricorso alle liste bloccate (per altro usate e abusate per portare in
Parlamento nani, veline e ballerine) erano due autentici scandali della
democrazia. Semmai c'è da chiedersi, con tutto il rispetto, perché
l'allora presidente della Repubblica Ciampi non abbia negato a suo tempo
la sua firma a quel testo ingannevole e irragionevole, e soprattutto
perché la pronuncia finale di incostituzionalità sia arrivata solo otto
anni dopo. Ma
questa è un'altra storia. Qui e ora, è
essenziale ristabilire da un lato le responsabilità, e dall'altro
individuare le soluzioni.... "
Nessun commento:
Posta un commento