venerdì 11 ottobre 2013

La sinistra che vogliamo: Una pagina Bianca da scrivere!


 Difendere la Costituzione è divenuta una priorità delle priorità in questo Paese e pretenderne l’applicazione una necessità non più  rinviabile.
Non so quanti ne sono consapevoli e quanti hanno ancora voglia di combattere questa battaglia vitale per la democrazia, per i diritti di tutti e soprattutto dei più deboli.
Domani si svolgerà a Roma la manifestazione indetta da Rodotà  e Ladini a cui ha aderito la parte migliore del Paese, che vive questo momento con dolore e che non vuole rassegnarsi a questa politica fatta di false promesse ed intrisa di una ipocrisia insopportabile .
E’ chiaro a tutti, o meglio dovrebbe essere chiaro a tutti  che non si può continuare così! Non è possibile continuare a scivolare giù senza fare niente per arrestare questa frana che rischia di travolgerci tutti.
Quello che abbiamo visto verificarsi in questi giorni ci deve convincere della necessità di voltare pagina.
Non è possibile in un Paese civile assistere inerti al naufragio di centinaia e centinaia di essere umani, uomini, donne e bambini, in fuga dai loro Paesi per la fame e le guerre,  con la speranza di sfuggire ad un destino crudele.
Non è possibile continuare a sperare  in un governo di larghe intese con ministri che non hanno dimostrato di essere in grado di risolvere minimamente i nostri problemi,  che si aggravano sempre di più, sia in campo economico, che in quello sociale.
Non è possibile continuare a vederci strappare i nostri diritti senza reagire.
Non è possibile assistere senza cercare di fermare la vendita dei beni dello stato, allo svuotamento di  quello che era uno dei Paesi più industrializzati del mondo.
Non è possibile assistere al disastro economico senza interrogarci su questa Europa, su questa finanza, su questo capitalismo e, soprattutto, sulla nostra sovranità monetaria perduta.
Non è possibile vedere accapigliarsi ogni giorno questi politicanti intorno a problemi che niente hanno a che fare con la soluzione dei problemi veri delle persone che non ce la fanno più a vivere, con le imprese che falliscono, i negozi che chiudono, la disoccupazione che aumenta.
Ci siamo ridotti a dover dibattere ogni santo giorno, sia a livello nazionale, che regionale – vedi la Sicilia dove sembra tutto ridotto ad una farsa- su questioni di cui ci sfugge il senso e che comunque riguardano solo l’esercizio puro del potere a prescindere ed alle spartizioni di torte ancora sul piatto  che nulla hanno a che vedere con il bene comune.
Non è concepibile che chi non ci sta  continua ad assistere a questo scempio  rimanendo   alla finestra a guardare.
Qui, bisogna capire, che o si rifà la sinistra per cercare di salvare il Paese o si muore!
Purtroppo  ancora questa consapevolezza stenta a manifestarsi, bisogna prenderne atto, anche se si stenta a capire il perché di tutta questa inerzia.
 
Bisogna assolutamente prendere altresì  atto che è finito il tempo dei partitini, che sono giunti tutti al capolinea con percentuali da prefisso telefonico: inutile cercare di superare tutto con la vecchia e logora formula di apertura agli altri.  Bisogna  avere chiaro che  si potranno anche aprire, ma gli altri non si uniranno a loro perché, come  ha giustamente fatto notare un compagno di sel, prevarrebbe sempre la diffidenza.
Bisogna invece cominciare a scrivere su una pagina bianca  la sinistra che vogliamo,  che dovrà necessariamente essere altro rispetto a quello che abbiamo visto in questi ultimi anni.   
Quella rappresentata dai partitini non lo è e non potrà mai svolgere la sua missione,   perché non viene riconosciuta da tutti e perché non ha mai saputo dimostrare di sapere assolvere il suo ruolo.
Bisogna prendere atto  che non è più tempo di  riciclarsi   e tanto meno di tentare operazioni di trasformismo. 
E’ invece necessario ed urgente cambiare: sono   convinta che  si può “alla condizione che si riesca a capire questa fase della storia, difficile, dura, ma favorevole, e che si facciano le scelte giuste. Perché è finito il tempo nel quale la Sinistra si può permettere di baloccarsi, di vivacchiare, di traccheggiare, di pazzeggiare”.
Vogliamo ripartire dal 12 ottobre?
Palermo 11.10.2013
Nella Toscano

Nessun commento: