venerdì 23 dicembre 2011

FACCIAMO COME L'ISLANDA - CANCELLIAMO IL DEBITO


 
Continuano a farci credere che per
uscire dal debito dobbiamo accettare
manovre lacrime e sangue che ci impoveriscono
e demoliscono i nostri diritti.
Non è vero. La politica delle manovre
sulle spalle dei deboli è voluta dalle autorità
monetarie europee come risultato
della speculazione. Ma è intollerabile che
lo Stato si adegui ai ricatti del mercato: la
sovranità appartiene al popolo!
Esiste un'altra via d'uscita dal debito. È
la via del congelamento e se la condividi
ti invitiamo a firmare e a diffondere questo
documento, affinchè si crei una grande
onda che dica basta alle continue manovre
che distruggono il tessuto sociale.
Il problema del debito va risolto alla radice
riducendone la portata. Non è vero
che tutto il debito va ripagato, il popolo
ha l'obbligo di restituire solo quella
parte che è stata utilizzata per il bene
comune e solo se sono stati pagati
tassi di interesse accettabili. Tutto il resto
(abusi, sprechi, corruzione) è illegittimo
e immorale come hanno sempre sostenuto
i popoli del sud del mondo.
Per questo chiediamo un'immediata sospensione
del pagamento di interessi e
capitale, con contemporanea creazione
di un'autorevole commissione d'inchiesta
che faccia luce sulla formazione
del debito e sulla legittimità di tutte le sue
componenti. Le operazioni che dovessero
risultare illegittime, per
modalità di decisione o per pagamento
di tassi di interesse
iniqui, saranno denunciate e
ripudiate come già è avvenuto
in altri paesi, ultima l’Islanda.
La sospensione sarà relativa alla parte di
debito posseduto dai grandi investitori
istituzionali (banche, assicurazioni, fondi
di investimento italiani e stranieri) che detengono
oltre l'80% del suo valore. I piccoli
risparmiatori vanno esclusi per
non compromettere la loro sicurezza
di vita.
Contemporaneamente va aperto un serio
e ampio dibattito pubblico sulle strade da
intraprendere per garantire la stabilità
finanziaria del paese secondo criteri di
equità e giustizia.
Almeno cinque proposte ci sembrano irrinunciabili:
- riforma fiscale basata su criteri di tassazione
marcatamente progressiva;
- cancellazione dei privilegi fiscali e
lotta seria all’evasione fiscale;
- eliminazione degli sprechi e dei privilegi
di tutte le caste: politici, alti funzionari,
dirigenti di società;
- riduzione delle spese militari alle sole
esigenze di difesa del paese e ritiro
da tutte le missioni neocoloniali;
- abbandono delle grandi opere faraoniche
orientando gli investimenti su un
indilazionabile risanamento dei territori,
sulla promozione di specifiche politiche
di sviluppo locale e sul miglioramento
dei servizi sociali col coinvolgimento
della società civile.
Attorno a queste poche, ma concrete rivendicazioni
è importante avviare un dibattito
quanto più ampio possibile. Se poi
l'onda crescerà, come speriamo, decideremo
tutti insieme come procedere per
rafforzarci e ottenere che questa proposta
si trasformi in realtà.
Francuccio Gesualdi, Aldo Zanchetta,
Bruno Amoroso, Antonio Moscato, Giorgio
Riolo, Rodrigo A. Rivas, Roberto Bugliani,
Amalia Navoni, Gigi Piccioni, Michele
Boato, Roberto Fondi, Alberto Zoratti,
Roberto Mancini, Gianni Novelli,
Achille Rossi, Alex Zanotelli, Paolo Cacciari,
Maurizio Frratta, Nadia Ranieri, Fabio
Lucchesi, Paola Mazzone, Carlo Contestabile
Ciaccio, Gaia Capogna, Enrico
Peyretti, Francesco Amendola, Uberto
Sapienza, Manuela Moschi, Mauro Casini

Dicembre 2011-Gennaio 2012 TERA e AQUA
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