lunedì 8 agosto 2011

Il rebus delle riforme e la Costituzione

di Lidia Ravera
8 agosto 2011
 
Tutto è libero tranne ciò che è vietato”, ha detto, nella Conferenza stampa straordinaria, il Ministro Tremonti, con la sua voce soffice, inadeguata a profetizzare sventure, quanto a risolverle. Più che una frase è un indovinello, un rebus, un abracadabra.

Che cosa vorrà dire? Che l’imprenditore, se non scarica una lupara sulle tibie della concorrenza, può fare tutto quello che vuole? Anche fottersene della tutela dei lavoratori, dei loro diritti, della loro salute, della loro sicurezza? Chi è “La madre di tutte le liberalizzazioni”, di cui ha biascicato il Ministro sdrucciolando sulle “erre” ? La compianta Rosetta Bossi vedova Berlusconi? Mamma Tremonti? La signora Marchionne Senior?

No, la madre di tutte le liberalizzazioni è un delitto annunciato: la soppressione dell’articolo 41 che, in poche righe, progetta una società civile: l’iniziativa privata, dice “non può svolgersi in modo da recar danno alla sicurezza alla libertà e alla dignità umana” . Poi dice: “La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata a fini sociali”.

Mentre il Paese cola a picco, la Costituzione è l’unica bandiera che possiamo sventolare, l’unico orgoglio, l’unica scialuppa per cui vale la pena di metterci in salvo. Evidentemente non ce la meritiamo più. E questa, forse, era l’unica triste notizia, di quella straordinaria Conferenza stampa.

Il Fatto Quotidiano, 7 agosto 2011

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